“Nella sua scrittura, spesso enigmatica, sovente lapidaria, quasi sempre drasticamente tenera nelle premesse e/o nelle conclusioni, il peso da portare da parte del poeta è quello della sua necessità di scrivere, di trasformare in parole i suoi sogni e le sue ansie, le sue delusioni e i suoi attimi di felicità. Così la poesia di Lastrucci si muove tra l’angoscia dovuta al montaliano “male di vivere” e l’illuminazione preziosa e vivente di marca ungarettiana che lo porta a scrivere monolinee liriche composte da visioni e intuizioni improvvise e dislocate come: “Noi. Ali d’abisso” o “Anima. Ferroso guscio di notti”. A queste brevi tensioni poetiche bruciate immediatamente nella loro espressione seguono, invece, lunghi brani di prosa (poetica) con andamento blandamente narrativo tutte supportate da ibridazioni verbali e da brividi di rastremazione lirica. All’alternarsi di poesia e scrittura prosastica si deve l’originalità dell’impasto linguistico di Lastrucci che, se da un lato, insegue la totalità assoluta della Parola (come già avvenne per gli ermetici di prima generazione), dall’altro, cerca e prova l’anelito della confessione morale e del grido liberatorio da una stretta che gli impedisce di parlare come vorrebbe: «Notturno. Nero-nervi-brilla / fisso mare d’eclissi // il nostro bacio / affilato squarta / murate luci / d’isolamento // Tutto fuori / ammutolisce per noi // Dove sei?». In questa prospettiva, il senso si affievolisce e, alla fine, si perde e la risposta non arriva. Ma conta poco perché la poesia per Lastrucci altro non è che la sua forma privilegiata di porsi di fronte al mondo per interrogarlo. Qualsiasi risposta riceva andrà bene perché il mondo corrisponde alla sua capacità di trasformarsi in poesia e di essere giustificato per l’emozione che comunica e che permette di creare un ponte tra gli esseri che vivono (quasi sempre) nella solitudine della Notte.” (dall’introduzione di Giuseppe Panella) Contro-Verso è il libro che raccoglie più di dieci anni di lavoro poetico di Gabriele Lastrucci. Esso contiene le sue più importanti pubblicazioni di questi anni: Sciolto cane del 2003, Il delirio dell’ora del 2005, La campana di costole del 2007 e Brecce del 2008. Ma il volume include anche un voluminoso capitolo di poesie recenti ed inedite intitolato Notte e, inoltre, un nuovo poema in prosa ed una folgorante parabola esistenziale. Con questa scelta il testo intende dare una panoramica complessiva del percorso poetico dell’autore che in questi anni ha suscitato un vivo interesse nella critica e vivaci dibattiti estetico letterari, non solo nella nostra città. |