Collana Arte & Restauri
A cura di Nadia Bastogi
Presentazione Antonio Paolucci
Testi di Nadia bastogi, Paolo Benassai, Daniele Piacenti, Marco Pratesi, Barbara Ricasoli
Foto di Paolo Tosi e Giorgio Misirlis |
Il restauro della pala d’altare della chiesa pratese di Santa Maria del Soccorso è l’occasione per far conoscere un gioiello dell’arte fiorentina tardo rinascimentale, uscito dal pennello del pittore fiorentino Santi di Tito, e il contesto architettonico e decorativo che lo ospita. Nel saggio di Barbara Ricasoli viene ricostruita la storia di questo Santuario dedicato alla Vergine, edificato dal 1575 intorno all’immagine miracolosa della Madonna con il Bambino di un antico tabernacolo quattrocentesco. L’architettura dovuta ad Alfonso Parigi il Vecchio e Alfonso di Santi Parigi, è a navata unica e caratterizzata dal porticato sui tre lati, rispecchiando con la sua rigorosa semplicità e funzionalità lo spirito della controriforma e divenendo uno dei primi esempi del modello del santuario mariano che venne configurandosi alla fine del Cinquecento. Intorno all’immagine miracolosa traslata sull’altare nel 1578, venne inserita entro una straordinaria edicola lapidea arricchita dalla doratura, la pala di Santi di Tito, analizzata nei suoi aspetti formali e iconografici nei saggi di Nadia Bastogi e Marco Pratesi. Eseguita tra il 1580 e il 1582, essa raffigura Dio Padre con i sette doni dello Spirito Santo e Angeli Adoranti con i misteri della Vergine. Gli oggetti che gli angeli inginocchiati intorno all’immagine miracolosa hanno in mano e gli elementi architettonici dello sfondo (il sole, la luna, la stella, la rosa lo specchio, la fonte, la torre, la porta etc.) sono, infatti, i simboli delle virtù della Vergine con i quali è celebrata nelle Litanie lauretane, mentre gli oggetti tenuti dagli angioletti in volo simboleggiano i Sette doni dello Spirito Santo. Seguendo la sua poetica influenzata dai principi della controriforma, Santi di Tito crea qui una nuova iconografia dal grande valore didattico e devozionale e la interpreta con la sua pittura di domestico e affettuoso naturalismo. La pala si inserisce nel contesto dell’attività pratese di Santi di Tito, analizzata in uno specifico capitolo, che vanta diverse opere importanti fra cui la Pentecoste nella chiesa dello Spirito Santo e l’Assunzione della Vergine in Collezione di Palazzo degli Alberti |