Aperta sui colli e sui vigneti del Montalbano, in posizione dominante sul poggio che già aveva ospitato gli insediamenti Etruschi, la villa Ferdinanda con la sua mole armoniosa, speculare e collegata al borgo medievale di Artimino, incarna l’ideale della residenza extra-urbana del granduca Ferdinando I de’ Medici che la eresse ex novo alla fine del Cinquecento su progetto di Bernardo Buontalenti.
Così come la vicina villa di Poggio a Caiano, con l’annessa Cascina e la Fattoria, era stata la dimora di Lorenzo il Magnifico, che ne aveva fatto il modello della villa rinascimentale in un nesso inscindibile fra ricreazione dell’antico e moderna razionalizzazione agricola del territorio, e come la villa di Pratolino aveva incarnato gli interessi, la colta bizzarria manierista e l’estro fantastico di Francesco I, Artimino fu la “creatura” di Ferdinando. Essa riflette la sua personalità e l’impronta culturale che egli diede al proprio mecenatismo artistico, nella sobria ed elegante monumentalità, nei rimandi alla Roma contemporanea dove egli era stato cardinale prima di divenire granduca per la morte del fratello Francesco, nelle collezioni che ospitava e nei preziosi manufatti che la arredavano, spesso appositamente creati dalle manifatture di corte, nella volontà celebrativa della casata e del buongoverno mediceo affidata alla chiara leggibilità delle figure allegoriche affrescate da uno
dei suoi pittori prediletti, Domenico Cresti detto Il Passignano. Negli stessi anni in cui il granduca ampliava Palazzo Pitti e ne iniziava con inedita magnificenza e intenti encomiastici la decorazione pittorica, trasferendovi stabilmente la corte, realizzava la dimora di Artimino, dedicata all’otium umanistico delle arti, delle lettere e della poesia, ad ospitare i frequenti svaghi delle cacce, in uno stretto rapporto con la villa dell’Ambrogiana, segnando strategicamente e visivamente il territorio. Una perla, dunque, nella ricca collana delle ville medicee, a buon diritto meritevoli di essere annoverate dall’Unesco fra i monumenti che costituiscono il patrimonio dell’umanità. Benché la villa di Artimino abbia visto nei secoli numerosi passaggi di proprietà e una dolorosa dispersione del suo arredo originale, essa non ha subito significative ristrutturazioni e ammodernamenti, consentendo così al visitatore di respirare ancora l’atmosfera cinquecentesca della residenza prediletta di uno dei più importanti personaggi della famiglia Medici. |