La Cattedrale di Prato, l’antica pieve dedicata a santo Stefano, è scrigno di tesori d’arte e di fede dal valore inestimabile. Fra tutti si contraddistingue la cappella Maggiore con gli affreschi dedicati alle storie delle vite dei santi Stefano e Giovanni Battista. Realizzati fra il 1452 e il 1465, i dipinti di Filippo Lippi rappresentano uno dei più straordinari e meglio conservati cicli pittorici dell’arte italiana e uno dei capisaldi della storia dell’arte di ogni tempo. Debitore della rivoluzionaria lezione di Masaccio non ignora neppure il movimento drammatico ed esuberante della scultura di Donatello. Le sue geniali e originalissime costruzioni spaziali, le sue “teste mirabilissime”, volti intensi, carichi di una profonda sensibilità psicologica, capaci di “saper esprimere gl’affetti nelle pitture”, i moti dell’animo. L’artista, con il suo ciclo pratese, sarà modello anche per i grandi artisti delle generazioni successive: Botticelli, Ghirlandaio e lo stesso Michelangelo faranno tesoro delle sue “figure maggiori del vivo”. Questo libro , concepito per vedere gli affreschi come da un ideale ponteggio, con il fine, vorremmo dire, di poter quasi “toccare” le figure rappresentate, vuole essere un utile strumento per gli studiosi, ma anche comprensibile per i più umili amanti dell’arte. E’ la prima pubblicazione completa sugli affreschi e le altre opere lippesche presenti in Prato dopo il grande interesse suscitato dal recente restauro. |